Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato su Quotidiano Sanità il 4 febbraio 2025 in cui Federsanità Calabria propone l’introduzione della figura del mediatore nei Pronto Soccorso per ridurre il rischio di aggressione al personale sanitario. Pur riconoscendo la criticità della situazione descritta, desidero esprimere alcune perplessità in merito alla proposta di introdurre la figura del mediatore nei pronto soccorso.
Ritengo che la figura del mediatore possa, implicitamente, delineare una visione conflittuale del rapporto medico-paziente, laddove tale rapporto dovrebbe essere improntato alla collaborazione e alla fiducia. Il problema principale non è la mancanza di una figura intermedia, ma la necessità di una formazione più approfondita dei medici (e infermieri) in tema di consenso informato, come previsto dalla L. 219/17. I medici dovrebbero essere messi nelle condizioni di spiegare ai pazienti e ai loro familiari le condizioni di salute, le opzioni di trattamento e i percorsi diagnostici in modo chiaro, comprensibile ed empatico. Ne ho già parlato qui.
L’introduzione di una nuova figura, quella del mediatore, rappresenterebbe un ulteriore costo per il sistema sanitario, che potrebbe essere indirizzato verso altre priorità, come l’assunzione di personale medico e infermieristico o il miglioramento delle strutture ospedaliere.
Invece di focalizzarci sull’introduzione di una figura di mediazione, dovremmo concentrare gli sforzi sull’investimento in formazione specifica per i medici in materia di consenso informato, affinché essi siano in grado di comunicare efficacemente con i pazienti, creando un clima di fiducia e riducendo il rischio di incomprensioni e potenziali episodi di violenza. Questo investimento sulla formazione è cruciale per affrontare le cause profonde del problema e costruire un rapporto medico-paziente basato sulla trasparenza e sulla collaborazione.
Tuttavia, se si dovesse considerare un investimento in nuovo personale, sarebbe fondamentale la presenza di uno psicologo in ogni pronto soccorso, per offrire supporto ai familiari dei pazienti. Questa figura professionale sarebbe in grado di gestire lo stress e l’ansia dei familiari, migliorando la loro capacità di affrontare la situazione e riducendo le tensioni.
La figura del “mediatore”, così come proposta, appare inutile e costosa. È fondamentale, invece, investire nella formazione dei medici e nel supporto psicologico, per migliorare la comunicazione e ridurre le tensioni nei pronto soccorso.
In sintesi, la proposta di Federsanità Anci Calabria, pur partendo da un’analisi corretta della realtà, non affronta le cause del problema. La soluzione non è creare nuove figure, ma investire nella qualità del rapporto medico-paziente, attraverso la formazione del personale e il supporto psicologico ai familiari.